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      Io sono una povera creatura di provincia, cui non chiamano neppure per il suo nome di battesimo, perchè non mi conoscono che con il soprannome di Bambina.
      - Nome delizioso! sclamò il principe.
      - Ho insistito per vedervi, signore, continuò Bambina, perchè voi solo potete, senza ritardo, introdurmi appo il re.
      - Appo il re?
      - Gli è a lui ch'io debbo parlare.
      - Ma di che si tratta signorina?
      - Signore, vi scongiuro di non interrogarmi. Io ho un'intera confidenza in voi; ma voi non potete ciò che puote il re.
      - Evidentemente. Nondimeno, per presentarvi a S. M. bisogna che io mi sappia chi io presento, per quale affare io commetto questa grave infrazione alle regole diplomatiche.
      - Ecco appunto ciò che è impossibile, signor principe. Per una conseguenza triste e formidabile, io mi sono trovata in grado di apprendere un secreto terribile che riguarda la sicurezza della corona. Io non posso rivelarlo che al re, al re per il primo in vostra presenza.
      - Ma avete voi un altro interesse, signorina, rivelando questo secreto, oltre il dovere di suddita fedele?
      - Senza dubbio, signore. Credete voi che io farei tante istanze unicamente per salvare la corona di un re, che io non conosco, e che m'inspira pochissima simpatia?
      Il principe di Schwartzemberg sorrise. Poi soggiunse:
      - La situazione cangia allora, signorina. Dappoichè voi non siete un'eroina....
      - Chi ve lo dice, signore? interruppe Bambina con vivacità. No, io non sono una eroina realista. Ma se voi sapeste ciò che questo secreto mi costerà, voi fremereste ed avreste pietà di me.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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