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      Il barone di Sanza è un aspirante alla diplomazia. Il marchese di Tregle fu medico della regina Urraca. Io ho conosciuto, per domandar loro soccorso e lavoro, Don Lelio Franco, Don Domenico Taffa, il canonico Pappasugna. Sono anch'essi nemici del governo, questi signori?
      - E gli altri?
      - Io non conosco più un'anima viva.
      - Voi siete stato in relazione con comitati rivoluzionari.
      - Io apprendo da voi, ed odo parlar qui per la prima volta, di codesti comitati.
      - Il sistema di niego cui adottate non vi servirà gran fatto. Tutti i prevenuti seguono questo metodo.
      - Se voi esigete delle affermazioni ad ogni costo e non la verità, bisogna indirizzarvi altrove. Io non ho mentito giammai in vita mia. Io non comincerei ad imbrattarmi di codesta onta in una circostanza così sinistra.
      - Guardatevi intorno, signore, e rimarcate che noi abbiamo i mezzi di far parlare i muti.
      - Voi avete i mezzi di far delirare nel dolore. Ma e' non è provato che il grido insanguinato che voi strappate ad un'anima spaventata, ad un corpo rotto, sia la verità. In ogni caso, fate di me ciò che volete: io non posso rispondervi su ciò che ignoro.
      - Io passo allora a precisare fatti, parole, circostanze.
      - Precisate, signor commissario; ve ne sarò riconoscente. Io sono come la natura dei Peripatetici: abborro il vuoto!
      Questa calma imponeva già al signor Gravelli. E' rimase in silenzio per pochi minuti, poi disse:
      - Vi hanno spedito da Sapri due casse che voi avete ricevute a Lauria. Quelle casse contenevano armi.
      - Il guardiano dei cappuccini di Sapri mi ha mandato due casse contenenti camangiari, limoni, aranci, salagioni, qualche libbra di tabacco da fumare e da fiutare, un po' di tela, altri piccoli doni, zucchero, rosolio, caffè. Io ho scritto pel guardiano qualche predica che egli ha recitate nel suo quaresimale a Policastro, con grande soddisfazione di monsignor Laudisio, innanzi a lui ed al suo seminario.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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