- Voi potete uccidermi; io non posso parlare di ciò che ignoro.
- Rinserrate il torchio, diede l'ordine Gravelli.
- Ei non può sopportare di nuovo questa prova per oggi, disse il medico. Sciegliete altro.
- Il fornello, allora, disse il commissario.
Due bravi coricarono Don Diego sur un letto da campo, attaccando le sue mani ed i suoi piedi con due pezzi di legno, i quali avvitati, gli vietavano ogni sorta di movimento. Gli si aspersero i piedi di olio e si approssimò loro il fornello scintillante di brace ardenti. Un grido terribile risuonò nella sala. L'olio, dirimpetto ai carboni accesi, cominciò a friggere ed i piedi di Don Diego cominciarono a rosolare.
- Parlate, disse il Commissario.
- Non ho nulla a dire, ripigliò Don Diego con una voce spezzata dai singhiozzi.
- Se non volete dargli una gangrena alle estremità, osservò il medico, bisogna per oggi cessare anche questo.
Il commissario domandò al cancelliere se egli aveva tutto scritto. Poi ordinò al medico di stendere un processo verbale dell'operazione e fece segno ai bravi di riportare il prevenuto nella sua bolgia. La sera, il ministro ricevè il rapporto del commissario Gravelli.
- Bisogna esaminarlo con altri mezzi, ordinò il marchese di Sora.
Otto giorni dopo Don Diego fu ricondotto innanzi al commissario. Alle interrogazioni che il signor Gravelli gl'indirizzò l'ex-prete rispose sempre per la negativa.
- Voi volete dunque che io reiteri i mezzi di severità? disse il commissario.
- Codesto non è certo il mio desiderio, rispose Don Diego.
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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