Non un sarto di Lamagna avrebbe tagliato un uniforme come lui; ma e' faceva manovrare le truppe a controsenso. Sapeva il Bollandista a menadito; ma e' non seppe mai perdurare nella lettura di un romanzo, di un poeta, di un filosofo, di un istorico. E' chiamava il signor Thiers un compilatore di almanacchi! Aveva in orrore il teatro. Ond'è che accolse con entusiasmo l'idea della regina Teresa, un dì canonichessa a Vienna, brutta e gelosa, la quale propose di tuffar le ballerine in un paio di brache di percallina cilestre larghissime e di cucirle in un canzou chiuso fino al collo.
Egli diceva ad ogni pie' sospinto, come Luigi XVI disse una volta sola, in una circostanza solenne: "È legale, poichè io lo voglio!" Il sentimento della giustizia e del diritto gli mancava organicamente al par di quello del bello fisico e morale. Non comprendeva che l'utile.
Re Ferdinando fu duro verso suo fratello Carlo e verso l'infelice suo figlio Francesco II, cui aveva avuto da una prima moglie. Verso i suoi altri figli e fratelli fu equo e tollerante. E' scendeva di vettura di cavallo per baciar la mano ad un frate o ad un prete che passava; ma si tenne per offeso quando lo tzar Nicola gli presentò a Napoli il conte Orloff ed il suo bel cane come i soli suoi amici! Egli dava un baiocco ad un povero che incontrava; ma dimandava una piastra al suo cavalier di compagnia per fare quella limosina e teneva per sè il resto.
Offriva un sigaro ad un generale, passando una rivista, ma gli prendeva un grazioso scibuk di schiuma ed ambra.
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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