- Vi accordo la vostra dimanda, disse egli a Bambina, se ciò che state per rivelarmi merita codesta ricompensa.
- Me ne date la vostra parola, sire? insistè Bambina.
- Ve la do, replicò Ferdinando esitando.
- Siate testimone, soggiunse Bambina, volgendosi all'ambasciatore, che S. M. mi dà la sua parola di far mettere in libertà mio fratello, Don Diego Spani, e di nominarlo vescovo.
- Parlate adesso, parlate, chiocciò il re impazientito.
- Sire, mi hanno detto che V. M. non ignora forse che si cospira onde strapparle non so che, - una Carta, una Costituzione. - Ma ciò che V. M. non sa per certo, è il luogo ove i cospiratori si riuniscono ed il capo del complotto.
- Credono?
- Io ripeto ciò che mi han detto. Che M. V. ne giudichi del resto.
- Ebbene?
- Ebbene, il sito ove i cospiratori tengono le loro sedute è la villa abitata da lady Keith, al Vomero, ove abito io stessa da qualche settimana in qua.
- E voi avete visto codesti cospiratori?
- No, sire, io non ho visto nulla, forse perchè non è negli appartamenti di questa eccellente ed innocente dama che essi si radunano, ma in un padiglione nel fondo del giardino.
- Ed il capo?
- Il capo, sire, è il vostro ministro della polizia, egli stesso, il marchese di Sora.
Il re e l'ambasciadore si guardarono reciprocamente: il re con sospetto, quasi avesse voluto dire: Siete voi che tramate questa farsa! - l'ambasciatore, con un'aria di trionfo, come se avesse detto: Non avevo io ragione? Seguì un silenzio di qualche minuto. Il re disparve per la terza volta.
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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