E' fu così che il padre Piombini apprese la partecipazione del ministro della polizia alla rivoluzione che covava e lentamente ribolliva. Il P. Piombini non comunicò a Bambina che questo fatto capitale e qualche altro dettaglio, tacendosi sul rimanente che impallidiva innanzi ad una rivelazione di quella importanza.
L'ex conte Bonvisi era liberale, - benchè egli seguisse le istruzioni tutte del suo generale e che compiesse tutte le prescrizioni dell'ordine. Ma perciò appunto che egli apparteneva al partito del Giovine Gesuitismo, - il quale voleva appoggiare la società ed il papato sul popolo e non più sui troni, come il Vecchio Gesuitismo che poi trionfò e trionfa, - perciò appunto, dico, egli tacque al rettore della provincia ed al generale di Roma i segreti cui aveva uditi in confessione. Terribile delitto, di cui vedremo le conseguenze! L'amore era stato più potente che i legami dell'ordine ed il giuramento di socio; perchè l'amore agiva sul cuore mentre che tutti gli altri impegni si riferivano allo spirito. Ed ecco perchè l'educazione dei gesuiti tende precipuamente ad atrofizzare il cuore, il quale permane sempre come un pericolo finchè qualche fibra ne vive ancora e vibra ancora sotto l'umano contatto.
Bambina veniva a raccontargli il risultato della sua conversazione col re, tacendogli però per pudore la circostanza capitale del colloquio: la volontà del re di sorprendere personalmente i cospiratori ed assicurarsi della verità. Ella arrossiva di questa promessa, che la comprometteva direttamente, che l'avviliva e l'abbassava a quel rango di spia e di denunziatrice cui aveva tanto temuto.
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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