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      Don Diego Spani era il delegato delle provincie di Basilicata e di Cosenza.
      Il marchese di Sora ammattiva oramai per questo prete, il quale aveva subite le prove spaventevoli cui raccontammo, senza smuoversi, sapendo tutto e tacendo. Il marchese fece dividere la sua ammirazione a lady Keith ed al colonnello Colini, con i quali soli comunicava, perchè gli altri membri del comitato ignoravano che il ministro della polizia cospirasse con loro.
      Don Diego accolse freddamente l'ovazione che gli fecero uscendo di prigione. Egli aveva acquistato il diritto di disprezzare i suoi colleghi. Lo sventurato non sapeva l'abisso che sua sorella scavava sotto i suoi piedi per salvarlo!
      I delegati di Sicilia avevano mancato all'appello, per un equivoco di corrispondenza. I membri del comitato, salvo tre, erano radicalmente inetti, e di qui, i ritardi, la confusione, lo scacco in tutte le intraprese. Il presidente del comitato, il colonnello Colini, avrebbe voluto aggiornare la riunione ed aspettare i siciliani. Il marchese di Tregle opinò di passar oltre, d'intendersi, di agire, salvo a riunirsi di nuovo quando i siciliani arriverebbero, per comunicar loro ciò che avevano deciso e ciò che avevano fatto. Questo avviso fu adottato.
      Il marchese di Tregle aveva ragione: ciò che fa periclitare tutte le cospirazioni sono l'esitazione, gli aggiornamenti, ed il gran numero di cospiratori. Perchè Orsini mancò appena di riuscire? perchè era solo e non volle rimettere ad un altro giorno l'esecuzione dell'attentato, - il quale se fosse riescito, uccidendo Napoleone III, avrebbe infallibilmente ucciso l'unità italiana.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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