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      Un fitto tappeto copriva l'inverno il bel mosaico del solaio.
      Alle otto della sera, il padiglione intero era rischiarato da lampade avviluppate da globi di alabastro.
      Alle nove, i delegati cominciarono ad arrivare. Il colonnello Colini, il marchese di Tregle, il barone di Sanza giunsero insieme come tutte le altre sere, nella carrozza del marchese. Gli altri abituati comparvero a loro volta, come al solito, ed entrarono direttamente negli appartamenti abitati dalla padrona della casa, dopo aver fatto la loro visita ai cani, - maniera graziosa di piaggiare lady Keith, la quale aveva sempre delle storie intime da aggiungere alla biografia dei suoi ospiti e dei suoi pensionari. I delegati delle provincie, secondo le istruzioni ricevute, vennero a piedi, uno ad uno, da direzioni diverse, ma senza travestirsi, perchè quei bravi preti portavano tutti il costume quasi laico che abbiam veduto, adottato da Don Diego. Essi chiesero di lady Keith, ed il portinaio li lasciò entrare. Poi fecero un giro pel giardino, disparvero dietro i cespugli di lauro-rosa e di magnolie, e s'introdussero nel padiglione.
      Il comitato sedeva al pian terreno. I delegati salirono al secondo. Il Comitato mandò presso di loro il suo commissario, il barone di Sanza, come il potere esecutivo manda i suoi ministri alle Camere. Alle dieci, ciascuno era al suo posto.
      Il barone di Sanza lesse un rapporto che, a guisa di messaggio, riassumeva la situazione. I sette delegati, in piedi intorno alla tavola di mezzo, l'ascoltarono senza interrompere.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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