Bambina ne aveva presa una il mattino per recarsi al Gesù Nuovo, e ritornando l'aveva conservata. Gli era per questa porta che ella doveva introdurre il re ed il principe di Schwartzemberg.
Vedendo scomparire Bambina, il re ed il principe fecero il giro della villa e vennero all'incontro di lei alla piccola porta. Li fece entrare.
L'orologio di S. Martino batteva le undici e mezzo.
- Ebbene? dimandò il re.
- Vi tengo parola, sire; mi terrete voi la vostra? replicò(32) Bambina.
- Lasciatemi vedere da prima.
- Sono lì.
Tutti e tre si avvicinarono al padiglione, camminando dolcemente sopra una sabbia fina che attutiva il rumore dei passi. Quando furono innanzi alla porta videro la luce filtrare a traverso le bandinelle abbassate delle finestre ed udirono il suono delle voci.
- Permettete che vi preceda, disse Bambina, per vedere se le porte sono aperte ed in che modo possiate vedere ed udire.
- Va, sclamò il re.
Mentre Bambina entrava, - la porta era socchiusa, - il re ed il principe di Schwartzemberg si rannicchiarono sotto i lauro-rosa e le magnolie, vicino alle finestre del primo piano.
La curiosità li tentò. Essi sollevarono un po' la stuoia e tuffarono lo sguardo nella camera.
Intorno ad un tavolo si tenevano alcuni dei membri del comitato. Assisi sul divano, in fondo della stanza, il marchese di Sora ed il colonnello Colini s'intrattenevano, parlando a voce bassa, col marchese di Tregle in piedi innanzi a loro.
Era la prima volta che il colonnello presentava il marchese di Sora al comitato, avendo ciò richiesto per sua giustifica.
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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