E' tirò allora di tasca un pugno di moneta ed un mazzo di carte.
Quel prete era un formidabile giuocatore, che portava delle carte piene le scarselle, e le carezzava quando non giuocava persino sull'altare, dicendo la messa. In un baleno il giuoco fu in corso e la tavola coperta di danari.
A quella vista, il re ed il principe rincularono senza entrare e discesero. Nel corridoio, il re si imbattè nel marchese di Sora, uscito insieme agli altri al rumore ed al grido di Bambina. Il re si approssimò al marchese e gli disse all'orecchio:
- Venite.
Il marchese riconobbe la voce del re e si sentì preso al cappio. Nonpertanto e' sorrise e rispose:
- Sono felice d'incontrarvi qui, sire.
Il marchese di Sora, il re ed il principe di Schwartzemberg uscirono. Passando avanti la porta il re riconobbe il corpo di Bambina accasciata sul banco. Egli le si avvicinò e le disse basso all'orecchio:
- Signorina, voi avete tenuta la vostra parola, io terrò la mia. Vostro fratello è vescovo.
Il re, il principe ed il marchese andarono via dal cancello e salirono tutti e tre nella carrozza del ministro che aspettava all'estremità della strada.
- Sire, disse il marchese, V. M. ha potuto assicurarsi alla fine se io manco di zelo e se temo anche il pericolo personale per il servizio del vostro trono.
- Ah! sclamò il re. E che facevate voi dunque in mezzo ai cospiratori?
- Li sorvegliavo. Io m'ero sguizzato in fra loro come complice, onde sorprenderli e conoscere tutti i segreti loro. L'ordine che ho qui prova a V. M. che io stava per farli arrestare tutti stanotte stessa.
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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