Il maggiore Scalese conosceva Fuina. E' l'abbordò.
- Noi veniamo da voi, maggiore, disse Fuina.
Il maggiore squadrò il travestimento all'inglese del conte di Altamura e dimandò:
- Partita di piacere, eh?
- Forse, sclamò Fuina. Andiamo nel vostro alloggio.
- Ripartite voi stasera? Non ve lo consiglio. Il mare è minaccioso.
- Restiamo.
- Allora voi resterete con me. Milord accetta?
- Senza complimenti, rispose il conte con un accento britannico vigoroso.
Il maggiore comperò qualche provvigioni, poi salirono alla fortezza.
- I vostri canarini van bene? domandò Fuina, indicando con quella parola i galeotti.
- Si bezzicano di tanto in tanto. Milord sarebbe per caso uno scienziato che coltiva questa parte dell'istoria naturale?
- Un poco, rispose d'Altamura.
- Milord, non sarebbe per avventura un emissario di lord Palmerston che viene qui per fare un rapporto in segreto?
- E se ciò fosse? mi mettereste alla porta? domandò il conte.
- Per chi mi prendete voi dunque, milord? Venendo col mio amico, il commissario Fuina, voi dovete conoscere i regolamenti della casa. L'è un affare di tariffa un pochino più caro per le mercanzie straniere. Ma altresì, se voi pagate un maggior prezzo, voi vedrete le cose più segrete e curiose, che noi riserbiamo per gli amatori di filantropia stranieri.
Arrivarono, così cicalando, alla porta esterna della fortezza. Una donna la traversava al punto stesso, - una monaca di casa, tutta in lagrime, in disordine, singhiozzando e torcendosi le braccia per disperazione.
Era Concettella, ora suor Crocifissa, al servizio di Don Diego Spani, e sua ganza.
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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