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      Ecco ciò che era succeduto.
     
     
     
      XXII.
     
      Nel bagno di Procida.
     
      Io ho notato già che Filippo Rotunno era stato introdotto nel bagno di Procida come spia, - perchè re Ferdinando aveva fatto gettare in quella bolgia i patrioti insieme coi ladri e gli omicidi. Dotato di un coraggio reale, rialzato da una smargiasseria di apparato che gli aveva procurato il soprannome di Guappo, Filippo aveva subito scalato il potere. Poi con un colpo di camorra, si era impadronito della dittatura in quella repubblica del delitto e della catena, ove tutti i condannati sono eguali, dopo la sentenza della Corte di Assise.
      La camorra è una chiesa massonica, ove gli associati non lavorano, e prelevano una decima considerevole e forzosa su coloro che lavorano proteggendoli.
      Qualunque traffico, qualunque mestiere, qualunque industria, se voleva prosperare tranquillamente, si metteva sotto la salvaguardia di questa Santa-Wehme, cui nessun governo e nessuna polizia han mai potuto dissolvere. Bisognava, bisogna ancora, pagare la sua quota di assicurazione, sotto pena, per coloro che ricalcitravano contro l'occulta potenza, di essere battuti, insultati, uccisi pur anco, e d'incontrare ogni specie di ostacolo nelle loro intraprese. Solo, contro una società formidabile, il pacifico lavoratore subiva la legge fatale, pagava e paga la decima del signore alla camorra, come paga i balzelli dello Stato. La mano della camorra era dovunque: sulla piazza pubblica, alla chiesa, nel bagno, alla Corte, nelle strade, nell'esercito, al convento, nel carcere, ed illaqueava la società. Re Ferdinando era il gran maestro dell'associazione.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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