Di guisa che, e' non potevano neppure più abbandonarsi all'attrazione reciproca: la corrente era franta da questi corpi repellenti. Il loro ascendente di educazione, di fortuna, di nascita, si annientava: essi non aveano alcuna presa sopra quelle nature inaffini. L'uomo addimestica le creature più feroci del deserto, della savanna, delle jungle; egli non addomestica mai il sentimento dello schiavo: l'uno è un istinto; l'altro una volontà.
Il gruppo dei politici, incrostato di quella ganga involontaria, ascoltava i rumori del di fuori, cui Filippo aveva acciuffati alla grata da un parente che era venuto a vederlo. La polizia terrorizzava Napoli. Dei numerosi arresti avevano avuto luogo. L'Austria faceva avanzare un esercito negli Stati del papa. L'Inghilterra brontolava. Il signor Guizot si faceva piccino piccino per scivolare tra le dita dell'Austria. Pio IX tuonava. Carlo Alberto stava in agguato, in aria torva e selvaggia.... e che so ancora. Tutto ciò abilmente frammisto a speranze onde provocare a terrore, onde paralizzare l'azione.
Gabriele si ravvicinò. Filippo parlava alto; non vi era dunque indiscrezione ad udire. I politici commentavano quelle novelle, ciascuno secondo il suo criterio; - ciò che Filippo desiderava anzi tutto. Il bagno era per la polizia il termometro dell'opinione pubblica al di fuori. Tutto ad un tratto, Filippo si rivolse a Gabriele e gli disse:
- Paglietta, io ho ancora qualche novelluccia per te.
- Per me? rispose Gabriele; tu t'inganni. Io non ne attendo alcuna.
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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