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      - Vescovo! vescovo! vescovo!
      Bambina squadrò a sua volta suo fratello con occhio freddo. L'irradiamento subìto da quell'uomo l'umiliava. Ella comparava la sua grandezza morale a quella di suo fratello, e lo disistimava. Si vide più grande di cento cubiti che quell'uomo cui aveva sempre considerato come un gigante. Un istante ancora, e le lagrime stavano per inondare il suo viso. Bambina si alzò e, senza aggiunger sillaba fuggì nella sua camera e vi si chiuse.
      Don Diego non la trattenne. Un tremuoto aveva scosso la sua natura di bronzo. Egli ebbe uno di quei colpi di metempsicosi violenta, che nei conclavi dei papi si chiama Spirito Santo, e che trasforma un porcaro come Sisto V, un lanzichenecco come Odescalchi, un barcarolo come Giulio II, in vicario di Cristo, un frate in re! Una tempesta equatoriale si scatenava in quello spirito: vi furono flutti furiosi, vertigini, scosse spaventevoli, fosforescenze terrificanti, abissi mostruosi, sollevamenti all'altezza delle Andes, distruzioni, creazioni... Don Diego non si potè risolvere ad andarsi a coricare, e restava assiso, a chiamare Bambina o Concettella per rompere la malia del delirio. Passeggiò nella camera tutta la notte, dopo avere spenta la candela per non vedersi, ed aperte le finestre per dare più aria ai suoi polmoni dilatati.
      Dal palpitar delle stelle si sarebbe detto che la notte avesse ambascia come lui!
      L'indomani, Bambina gli raccontò tutto.
      Egli aveva bisogno di parlare liberamente a sua sorella, di rimuginare in tutti i dettagli di questo affare annerito da tante orride peripezie.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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