- Sire, disse il marchese, Don Diego Spani è un liberale, un riformatore, ciò che si chiama un rivoluzionario, ma e' non sarà mai un traditore. Gli spiriti limitati, che non hanno nè spedienti, nè vigore nell'anima, nè elaterio nella intelligenza, tradiscono. Le nature potenti, i caratteri riccamente mobigliati, le anime tuffate nel bronzo come quell'uomo lì, sono essenzialmente generose. Essi pigliano corpo a corpo la malattia, non il malato; essi correggono l'amministrazione, non frangono i re e le dinastie; essi fanno della religione un tonico non un veleno. Si può confidare in tali uomini. Essi sono, per la loro intelligenza, più sicuri degli amici, i quali mascherano il loro interesse sotto il nome dello zelo. Sire, io dico altrettanto di Don Diego Spani che di me. Io so che ho la sventura di non goder più la fiducia di V. M. Ma la mia resistenza salva il trono; la servilità stupida degli altri intercetta il giorno agli occhi della M. V., la quale non vede allora nè il male, nè la conseguenza del male.
- Voi andate al di là della questione che io vi ho posta, marchese, crocidò il re. Il vostro avviso dunque è, che noi non commettiamo mica un'imprudenza, confidando la direzione di una diocesi ad un uomo che ha poca fede, poca morale, niuna simpatia pel nostro sistema di governo e niun affetto pel nostro trono?
- Sire, rispose il ministro, questo nuovo vescovo, con cui ebbi or ora un serio colloquio, ha certo poco o nulla di tutto ciò che V. M. ha enumerato. Ma io auguro alla M. V. parecchi vescovi di quella tempra.
| |
Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
|
|
Don Diego Spani Don Diego Spani
|