Uscite.
Il re fece un gesto imperioso ed il ministro uscì. Ferdinando andò ad inginocchiarsi ad un angolo e pregò.
Il marchese sentì la disgrazia pesar sul suo capo, e si rassegnò. Egli non voleva passare per traditore; si era deciso quindi ad essere imprudente.
Quell'attitudine del marchese di Sora precipitò gli avvenimenti.
Io non voglio narrare la storia di quella melensa rivoluzione e biascicare altra politica. Proseguo dunque lo sviluppo del dramma che vi si trova intralciato.
Dopo le indicazioni somministrate da don Domenico Taffa a monsignor Cocle e da costui al conte di Altamura, e' fu facile scovrire la parte che il P. Piombini aveva avuto nell'affare di Bambina, dell'episcopato di suo fratello, e della sorpresa del complotto rivoluzionario per parte del re. Il tradimento del gesuita divenne evidente: tradimento contro il governo del re, a cui egli aveva celato il segreto; tradimento contro il capo del suo ordine, - se tuttavia quel capo non era un traditore egli stesso, - a cui il segreto era stato egualmente involato; tradimento contro la regola dell'istituzione, oltraggiata dall'amore di quel confessore per la giovinetta. Bisognava precisare quel crimine, denunziarlo al generale dell'ordine e querelarsene. Il re scrisse direttamente una lettera privata al Padre Rothaan.
Quella denunzia sì grave, sì dettagliata, venendo di così alto, portata in quel modo intimo, cadde come una granata sulla testa del generale. Egli conosceva meglio del re lo stato delle cose del regno e dell'Europa, e ne prevedeva le conseguenze.
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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