- Me lo promettete voi?
- Voi potete contare su di me come su i vostri amici, il colonnello ed il marchese.
Il gesuita si tacque un momento e riflettè se doveva o no soggiungere altra cosa, poi sclamò, gettando un profondo sospiro e dando la lettera:
- È quistione di vita o di morte. Compite esattamente le mie istruzioni.
- Voi stesso non fareste nè meglio nè più presto, rispose don Gabriele.
Si fece l'appello dei viaggiatori. Don Gabriele si arrampicò all'imperiale; il P. Buzelin restò immobile a guardarlo. La vettura si mise in moto. Il gesuita fece un segno a don Gabriele come per dirgli: "Ricordatevene: quistione di vita o di morte!"
Don Gabriele rispose al segno e scomparve.
XXV.
L'appuntamento della mezzanotte.
Il P. Piombini sentiva qualche cosa di fatale pesare sul suo capo.
L'atteggiamento dei suoi superiori e dei suoi confratelli non era punto cangiato in apparenza. Non gli avevano fatto alcun rimprovero. Gli profferivano gli stessi riguardi. Gli si lasciava la stessa libertà. Esercitava le medesime funzioni. Solamente il rettore lo aveva avvertito che la sua condotta era stata segnalata a Roma ed aveva provocato dei reclami. Bisognava quindi circondarsi delle più grandi precauzioni, ritenersi un cotal poco.
Il P. Piombini aveva accolto l'avvertimento con umiltà; aveva risposto che la sua coscienza non provava alcun rimorso, ed aveva formulato la dimanda di uscire dall'ordine, poichè aveva perduto la confidenza e la stima dei suoi superiori.
La calma si ristabilì; ma l'emanazione magnetica delle anime che lo circondavano agiva su di lui e lo penetrava.
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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