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      Quest'ultima circostanza era stata comunicata per corriere espresso a Roma, ed il P. Rothaan aveva consultato il consiglio dell'ordine, se bisognasse per sopire lo scandalo, prevenire il male, evitare un danno alla Società, e, ad majorem Dei gloriam e per l'onore della chiesa, lanciare il fulmine sul capo della maliarda.
      La maggioranza del Consiglio aveva opinato, con aggiustatezza, che la morte della giovinetta aumenterebbe ed aggraverebbe il parossismo; che l'amore non muore che di pletora e di sazietà; che, Bambina morta, il P. Piombini odierebbe la Società la quale l'aveva uccisa e cercherebbe farle il massimo male; che il delitto poteva essere provato.... insomma, prevalse l'avviso che bisognava lasciare in vita la ragazza ed il P. Piombini libero, onde guarisse il suo amore con l'amore, salvo a....
      Quel salvo a, restato in bianco nella decisione del Consiglio, era la fatalità di due vite.
      La partenza di Don Diego, il dolore di Concettella, - divenuta tetra e funebre, sapendo qual sorte si librasse sul capo del suo amante, - immersero Bambina nella solitudine. Le visite del P. Piombini non l'avevano sollevata. Il gesuita aveva svegliato in lei la donna, egli le aveva fatto intravedere dei pianeti incogniti nell'infinito dell'amore, ma non l'aveva sedotta. Bambina sarebbe stata felice di averlo per amico; come amante, lo abborriva.
      All'età di Bambina, nello stato verginale del suo corpo, nell'ignoranza dei misteri del piacere, l'amore è ancora un fiore ed un incanto dell'immaginazione.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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