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      Le ore che seguirono, fino alla mezzanotte del dì seguente, furono spasmodiche per la giovinetta e pel gesuita, - per la giovinetta sopra tutto. Ella si credeva intimato il pagamento del suo debito. Il momento di confidarsi a Concettella era arrivato.
      Bambina raccontò tutto alla concubina di suo fratello, piangendo, desolandosi. Concettella pianse con lei e provò di consolarla. Che poteva ella? indorò il malanno e, per pietà, glielo presentò sotto un aspetto cui Bambina non aveva neppure sospettato. Concettella non riuscì ad ammaliare lo spavento di Bambina, ma ne scongiurò gli spettri fantastici.
      - Tutte le donne passano per codeste prove, disse Concettella. Fra mille, non vi è forse che una sola giovinetta che si dia; le altre tutte subiscono la violenza della sorte sotto il nome di marito punto amato o di amante che le circostanze c'impongono. Lo scioglimento del dramma o dell'idillio dell'amore si fa sempre nelle lagrime che colano o che si bevono, raramente sboccia nella gioia. Poi segue la rassegnazione, celando il male, e si spera la liberazione, l'amore-amato, l'amore-amante.
      - Giammai, gridò Bambina.
      - Che volete che io vi dica, allora? sclamò Concettella. Io vi racconto la mia storia e quella di qualche persona che ho conosciuto. Io sono una ignorante. Vi sono forse delle scappatoie più accettabili e più gradevoli. Non lo ricevete dunque.
      - Lo posso io? gridò Bambina con accento lacerante. Non sono io impegnata?
      - Allora, ascoltate le sue proposizioni e aggiornate, aggiornate.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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