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      - Non è codesto, biascicava desso. La parte del mio brav'uomo è quella di confessore. Una bella parte, in fe' di Dio! che io creerei a meraviglia se la polizia mi lasciasse fare. Cagna rognosa, va! Sguinzagliarsi così sull'arte! Rovistiamo dunque i confessionali. Sarà curioso insomma! Si crederà che io vada a dare un bucato alla mia permalosa (coscienza).
      E' passò in rivista i confessionali. Erano tutti occupati, ma il padre Piombini non era là.
      - Benissimo! tanto meglio! e' non è ancora disceso. Andiamo al parlatorio. Sarà presto spicciata.
      Andò a suonare al parlatorio. Un fratello, dall'aria dolce e compitissima, ricevè l'imbasciata. pregò don Gabriele di aspettare e salì. Un quarto d'ora dopo tornò e disse:
      - Il reverendo padre Piombini è in chiesa.
      - Peste sia dei monaci! gridò don Gabriele. Sono stati inventati a posta per far perder tempo alla gente. Andiamo, torniamo in chiesa. Ah!... a proposito, qual è il confessionale del padre Piombini?
      - Il terzo, a destra.
      - Ci sono. Grazie z-zì mo' (zio monaco). Che Dio ti mandi la tigna!
      Don Gabriele sollecitò il passo e rientrò in chiesa. E' si collocò in faccia al terzo confessionale e vi vide infatti un padre rannicchiato dietro il graticcio, confessando una vecchia.
      - Ci son preso, brontolò don Gabriele. Se la vecchia sciacqua la sua anima pulitamente, ella resterà lì un'ora almeno. Ed io che ho fretta. Se il diavolo le regalasse una subita dissenteria! Insomma e' sembra che il per omnia sæcula sæculorum l'intrattiene di cose divertevoli, perchè il birbo non si volta nemmeno da questa banda.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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