... avanti otto giorni!
Concettella sembrava più spezzata, più agghiadata che il cadavere.
- Pietà! susurrò essa volgendosi a Filippo. Filippo ghignò.
- Pietà! sospirò a voce più fioca volgendosi a Gabriele.
Gabriele aggrottò le ciglia.
- Non mi fate almeno soffrire, supplicò la sventurata.
Essi le legarono le mani alla schiena, poi l'attaccarono ad un mobile, lungi dal cadavere che giaceva steso lungo lungo sul suolo, coricato sulle spalle, di guisa che Concettella potesse contemplarne la faccia deformata.
- Sovvengati! disse Filippo.
- Sii maledetta! sclamò(47) Gabriele.
Poi chiusero la porta della camera ed uscirono, chiudendosi dietro tutti gli altri uscì. Concettella dinoccolò sillabando ancora le parole:
- Misericordia di me!
A quell'ora stessa, il re pregava nel suo piccolo oratorio. Il conte d'Altamura aveva detto:
- Questa sera, alle nove precise, il diavolo chiama il suo vescovo appo di sè perchè canti compieta.
E il re recitò un requiem per l'anima del trapassato. Poi cavò di tasca venti soldi, e dandoli al conte disse con voce contrita:
- Fa dire una messa. Se risparmi, portami il resto.
Il re continuò a pregare....
Pochi giorni dopo, scoppiava la rivoluzione a Palermo.
Venti giorni dopo, re Ferdinando accordava al suo amatissimo popolo, in nome della Santissima Trinità, una Costituzione paterna, cui lacerava nel sangue due mesi più tardi....
Qualche anno più tardi, il figlio innocente e la madrigna abbominata di questo Borbone divoto erano cacciati dal regno.
Erudimini reges! Dio obblia e perdona qualche volta.
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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