L'educazione di questa genia è monca ed adulterata. Ha perduto la rustichezza e la bonomia del villano, ma non ha assunto ancora quei modi squisiti, quello slancio sicuro, illuminato e mondo di pregiudizi cui dà una civiltà perfetta, quella cognizione chiara e profonda delle leggi morali che conducono la società. Tenuta nello stato d'infanzia intellettuale da un governo perfido e corruttore, spoglia di quel criterio che dà l'istinto ad uomini da Dio fortemente organizzati, ingannata nella soluzione dei problemi dello spirito, avvelenata su tutte le nobili tendenze dell'anima, disseccata nel cuore ad ogni affetto generoso, evirata, pervertita, abbindolata, essa non ha avuto campo di meditare i destini umani nel loro splendore e nella loro grandezza, è stata slanciata anzi ed incitata a divorare solo il cammino delle passioni brutali. Sozza dello più schifoso materialismo, per essa, l'alta borghesia, non vi ha che un duplice Iddio, l'oro ed il piacere - il piacere sotto le sue più triste divise, il gioco e l'orgia. Straniera ad ogni sentimento gentile, avida di guadagni e di dispotismo, piega abiettamente il capo al più vile famiglio del potere cui piaccia imporle un desiderio qualunque, per sovraimporre a sua volta questo desiderio al proletario, e su di questo satollarsi di quelle lussurie di dominio e di avarizia che non le dan mai tregua, talché dopo il pasto ha più fame che pria. Non ci ha disonestà, non ci ha avvilimento, non ci ha tristizia di cui questa classe di tirannelli rimessi a nuovo non si senta capace di farsi strumento.
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Dio Iddio
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