Pagina (14/212)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Essi cominciano dal rinunziare al più prezioso dei doni di Dio, la ragione, onde tuffarsi interi in una fede illogica e mostruosa. Cominciano dal rinunziare ad ogni volontà, ad ogni libertà, per essere manodotti come macchine sopra la strada dell'obbedienza passiva e della rassegnazione stupida, che la chiesa ha sostituito dove prima era la carità, ed ha chiamato via del cielo. Tutto quanto vi era di nobile nell'uomo è colpito di anatema: ogni attività della vita è proscritta. Pel prete non vi è altro che l'autorità: autorità di altrui nelle scienze, autorità di altrui nello sviluppo delle passioni, autorità di altrui nella condotta sociale, autorità di altrui fino in quell'elevazione a Dio, in cui l'anima tormentata dallo spasimo apre libere le ali e trova solo refrigerio e perseveranza. L'uomo non basta più a se stesso, non è più libero. Ils ne sont pas libres d'être justes, dice Michelet, ni d'haïr: ils reçoivent d'en haut les paroles qu'ils doivent dire, leurs sentiments, leurs pensées. Qu 'ils soient de plus en plus malheureux, on exploitera d'autant mieux leur inquiète activité: qu'ils n'aient ni foyer, ni famille, ni patrie, ni coeur, s'il se peut: pour servir un système mort, il faut des morts, des morts errans, agités, sans sépulcre et sans repos. La freddezza più ripugnante, la sterilità più amara, il rigore, l'inflessibilità, ecco ciò che accoglie gli alunni dei seminari entrando in quelle squallide mura: l'anima loro ne è agghiacciata e spaventata di un tratto. Tutto inoltre si mette in opera per completare la loro degradazione, fino la perversità degli alimenti, fino ad assoggettarli al mestiere di servitori; e quasi questo fosse poco, si chiama in soccorso lo spionaggio, l'ipocrisia, e la denunzia organizzata come un dovere.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La rivoluzione di Napoli nel 1848
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
pagine 212

   





Dio Dio Michelet