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      Il loro Dio tutelare è la fortuna. Però fra tutte queste classi traviate ed infelici vi è bene una stella per non fare aborrire la razza umana, e gittare un sorriso di amore e di speranza sull'avvenire dei destini dell'uomo. Questa stella è la donna.
     
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      6. A guardare nella nazione napolitana solamente l'uomo, a contemplare l'enorme sciupio delle leggi morali e religiose, ogni anima onesta sarebbe tentata a gridare: Dio non è, o l'uomo non è l'opera della sua mano! Ma quando lo sguardo ricade su quelle soavi creature, in cui non sai che più ammirare, se lo splendore della bellezza o la nobilità dello spirito, quando vagheggi quell'opàla eterna i cui fuochi non muoiono mai; allora ti riconcilii con Dio e dici: quest'uomo è caduto, e la sua tristizia è un'espiazione. Un'espiazione forse della sapienza etrusca, della signoria romana, della libertà proficua del medio evo; un'espiazione della codardia moderna e dello scoraggiamento di oggidì. Io non scrivo un'ode, ma una storia: eppure sento non aver colori né vivi né poetici troppo per riprodurre la fisonomia vera della donna di quelle contrade, incognita troppo, incognita a queglino stessi tra cui vive. La donna di quella parte d'Italia è la donna di Oriente. La stessa ignoranza, la stessa riservatezza, lo stesso passare istantaneo dalla mestizia alla gioia, la stessa superstizione, la stessa prontezza all'entusiasmo, lo stesso delirio di piaceri, e quello istinto inquieto che la tormenta e la spinge incessante, la spinge sempre verso la libertà. L'amore è il fondo del suo cuore; ma il movente di questa passione, il paradiso a cui aspira, è la libertà. Questa incognita nella vita riveste per lei i colori più fantastici, le lusinghe più ideali, le voluttà più angeliche, è l'aspirazione perenne su cui tutte le altre passioni vanno a poggiarsi, è la riva a cui tutti gli altri desiderii vanno a morire.


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La rivoluzione di Napoli nel 1848
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
pagine 212

   





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