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      L'istruzione pubblica temuta; di modo che sopra sei milioni di cittadini al di qua del Faro, forse non ve n'erano trecentomila che sapessero leggere e scrivere. L'istruzione superiore assolutamente interdetta, o forviata dallo spirito della polizia e dalle adulterazioni teologiche. Aver dell'ingegno era una sventura. La stampa assolutamente vietata; talché si era trovato anche un certo numero di parole rivoluzionarie o irriverenti cui bisognava cancellare dal patrimonio della lingua, taluni nomi mettere al bando della civiltà e della memoria della storia. La lingua doveva veramente servire a nascondere le proprie idee come voleva Talleyrand. Il titolo di moralità e di merito consisteva in un certificato del confessore. Chi si sottometteva alla trista e stupida direzione dei preti era solamente buon cittadino, o meglio buon suddito. Le cariche, gli onori appartenevano in retaggio esclusivo a chi aveva prostituito il suo onore, la sua coscienza, e la sua famiglia a qualche ministro o a qualche vescovo e confessore, ovvero aveva molti danari per tutto dominare e comperare. La differenza del prezzo e della bellezza, la facilità della prostituzione, l'eccesso dell'ignoranza, e la bassezza del servire erano il termometro per occupare le funzioni dello Stato, ed assicurarsi un cantone nell'edifizio dello stato discusso. L'insolenza, il dispotismo, l'arbitrio dominavano in tutta la gerarchia degli uffiziali pubblici. Quando il ministro ed il confessore del re chiamavansi contenti, che importava il resto degli uomini?


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La rivoluzione di Napoli nel 1848
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
pagine 212

   





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