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      Vi era chi proponeva il Filangieri: ma la natura dubbia e versatile di quell'uomo mise in sospetto la più parte dei liberali, i quali d'altronde credettero dare un pegno di affetto e di simpatia al generale Guglielmo Pepe, venuto di fresco da Francia, chiamandolo a capitanare quella spedizione. E fu questo un giusto tributo che rendevasi alle virtù cittadine e militari di un martire illustre della libertà; ma assente per ventotto anni di esilio dalla sua patria e nuovo affatto nella famiglia militare, tanto attaccata alla gerarchia, egli doveva incontrare gravi difficoltà e dolori nell'assumere il posto cui veniva eletto dalla nazione. L'esito comprovò la verità di questi timori.
     
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      25. Mentre provvedeva alla grande opera d'Italia, l'organizzazione interna non era trascurata dal ministero. Esso aveva cominciato da qui. - La Costituzione era nata rachitica, o per meglio dire non vitale. Era il patto sociale redatto da una sola delle parti senza il concorso dell'altra, anzi senza che all'altra si fosse neppure permesso di rettificarlo. La rivoluzione aveva ricostituita la sovranità del popolo lungamente assorbita nella personalità della monarchia. La sua legittimità ne era stata riconosciuta da quello stesso che, delegato una volta ad esercitare parte di tal potere, intero lo aveva usurpato. Questi rientrava nei limiti che il popolo gli aveva assegnati. E perché questi limiti non fossero ancora una volta oltrepassati, il popolo sovrano li fissava con una legge. - Ebbene, questa legge non solamente non era fatta dal popolo per una costituente, ma, raffazzonata dal principe, negavasi al popolo perfino il diritto di rivederla e sanzionarla.


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La rivoluzione di Napoli nel 1848
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
pagine 212

   





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