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      I valorosi del Falstaff della reazione non domandavano altro campo, non ambivano altri allori. I fanciulli furono sgozzati senza pietà: gli infermi precipitati dalle finestre: le donne stuprate, mutilate, assoggettate ad ogni specie d'insulto e di martirio, poi uccise: molte spinte a suicidarsi per iscampare al diabolico delirio di quegli assassini. Quanto mai nelle case vi potevano rubare, fu tolto: al resto messo fuoco. Attorniati da cadaveri, da supplicanti, da vituperate, si abbandonarono ad orgie che niuno ancora ha descritte, che sfidano l'immaginazione di Crebillon figlio e del marchese de Sade, che avrebbero fatto ribrezzo ai soldati del Contestabile di Borbone ed agli stessi croati, poeti sovrani in fatto di saturnali di vittorie. Ubbriachi, sazii di cibi e di voluttà, impotenti a rubare di vantaggio, distruggevano quanto loro si parava d'incontro, cose e persone; ed andavano oltre per cominciare in un'altra casa le scene medesime, inventarne delle più truci. Io rifuggo dal raccontare. La delicatezza, i rispetti dovuti ai misteri orribili di alcune sventurate famiglie m'impongono di non specificare i fatti, d'individuarli, di nominare le figlie stuprate sotto gli occhi delle madri, le spose violate al cospetto dei mariti agonizzanti, le somme rubate, le mutilazioni, gli sfregi. La religione del dolore mi arresta. Basti dire che gli svizzeri furono i più crudeli, e gli uffiziali più infami dei soldati in tutti i tre corpi. Così l'una dopo l'altra si presero, senza difficoltà alcuna, le altre barricate; così trattaronsi tutte le case che si offersero sul passo agli eroi di Velletri.


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La rivoluzione di Napoli nel 1848
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
pagine 212

   





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