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      All'incontro Baudin fu largamente rimunerato delle sue perfide arti. Due giorni dopo fu visto passeggiare in carrozza col re; il 5 giugno gli dava una festa di ballo a bordo del Freidland e più tardi otteneva per suo figlio un posto di primo segretario d'ambasciata a Napoli!
      I deputati spediti in commissione al comandante della piazza Labrano, ebbero per risposta, che gli ordini di attaccare non essendo partiti da lui, ma direttamente dal re, egli nulla sapeva, nulla poteva, si volgessero perciò alla corte. Vi corsero infatti, e quivi trovarono che gli egregi cittadini Bozzelli e Ruggiero assumevano già le redini dello Stato. Avossa diresse loro durissime parole. E non avendo potuto penetrare fino al re per domandargli conto dell'improbo fatto, parecchie volte correndo pericolo di vita, ritornarono alla Camera per raccontare i bagordi della Reggia. Al ministero infine fu annunziata la creazione del Comitato di pubblica salute, ed il ministero ne partecipò il re scongiurandolo ancora una volta di far desistere dalla zuffa. Ma questo autocrate vigliacco ed ipocrita protestò non aver egli provocata la lotta, ed essere oramai impossente ad arrestare soldati che difendevansi. Miserabile! non posseder neppure il coraggio della propria volontà! negare perfino il proprio fatto! discendere a giustificarsi innanzi ad un popolo che si mitragliava! dissimulare per fino in faccia ad un nemico! Un altro re avrebbe detto: l'avete meritato, lo voglio. Un uomo educato da un uomo avrebbe risposto: uso dei diritti della vittoria: andate.


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La rivoluzione di Napoli nel 1848
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
pagine 212

   





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