A Pio IX tardava finirla con la repubblica romana, la quale, con la sua prosperità e con i suoi atti, era un'accusa permanente contro il pontificato, ed ogni giorno che passava aggiungeva un foglio al processo. La spedizione fu perfettamente concertata fra le tre potenze, la Francia messa in dimora. Se non vuoi concorrere con noi, le si disse, faremo senza di te, ed un giorno contro di te. Le fu dato dunque una specie di perentorio inesorabile come il cerchio di Popilio. La spedizione fu decisa. Ho d'uopo di aggiungere altro? Il martirio di Roma è troppo noto. La Costituente francese, ingannata da Odillon Barrot, non sapeva essa stessa cosa avesse decretato. Sua intenzione certamente non era di decretare il supplizio dell'eterna città. Atterrita dal fantasma austriaco, che pure poteva scongiurare con un arrestati, o varco le Alpi! affascinata da non so che di vago, di cattolicismo in pericolo, di violenze, di violazioni, cui il perfido ministero dava vita e colore, credette intervenire per salvare la libertà. La Legislativa che successe consumò il sacrifizio. Ma questa lo consumò di proposito deliberato, premeditatamente, espressamente. Volle uccidere la repubblica romana, non potendo uccidere la francese. Era una rabbia interiore che la divorava, e che bisognava sfogare con qualcheduno. Era un livore lungamente cumulato contro la democrazia, e bisognava saziarlo. Era una protesta innanzi all'Europa dei suoi sentimenti, dei principii che portava venendo alla luce; era un pegno che aveva bisogno di offrire all'assolutismo europeo.
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