Avete inflitto il supplizio, ma non il terrore: avete guadagnata la lotta, ma non rimossa la reazione: avete seminato l'assolutismo per raccogliere la repubblica.
Il popolo che volevate uccidere vive: e vive nell'odio, nel pensiero della vendetta. Lo avete incarcerato; ma il re neppur esso è libero, egli non si avventura più a calpestare le vie della città che ha insanguinata. Avete cercato corromperlo, ingannarlo; ma quando Pio IX è venuto a trascinare le sue miserie nel seno del popolo il più superstizioso e fanatico per lui un anno innanzi, avete dovuto pagare alcune dozzine di monelli per farlo acclamare. La vostra opera è stolta, è infame, ma sarà inefficace. Nella bilancia di Dio il sangue e le lagrime del popolo sono state pesate. L'avvenire ci appartiene, e ve lo dice un uomo, il cui giudizio non è sospetto, e la mente del quale tutto abbracciava. "Una volta ancora, diceva Napoleone a Sant'Elena, una volta ancora la Francia sarà repubblicana, e gli altri popoli ne seguiranno l'esempio. Alemanni, Prussiani, Italiani, Danesi, Svedesi e Russi, si accoppieranno a lei per la crociata della libertà! Essi si armeranno contro i loro sovrani che si affretteranno a far delle concessioni onde conservare una parte dell'antica autorità... Ma le cose non si arresteranno là: la ruota della rivoluzione non si fermerà a quel punto; la sua impetuosità quadruplerà, e la celerità si aumenterà in proporzione. Quando un popolo ricupera una parte dei suoi dritti si entusiasma della vittoria, ed avendo gustate le dolcezze della libertà addiviene più intraprendente per ottener di vantaggio.
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