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      Gli Stati d'Europa saranno forse per qualche anno in uno stato continuo di agitazione, pari ad una terra nell'istante che precede il tremuoto: ma infine la lava si sprigiona, e l'esplosione ha tutto terminato".
      E che cosa resta sopra una terra dove la mano di un vulcano è passata?
     
      * *
     
      53. Re Ferdinando!
      Io mi do la pena di volgervi le ultime parole di queste memorie non per voi, non per me, ma per quella causa di giustizia che è il patrimonio morale di tutti i popoli, per quella carità che è il fondo della religione di tutti i cuori. Il mio nome debbe esservi bene odioso, perché io ho osato dirvi delle verità crudeli, e trovarvi principe spergiuro anche quando moltissimi vi proclamavano uomo ed eroe. Obliate il mio nome, obliate la mia attuale posizione politica, né l'uno né l'altra influiscono ad attenuare il peso di queste linee. Io non ho scritto per astio, non per vendetta, ma per convinzione profonda e per ver dire. Imprigionato nei vostri castelli come Luigi XI, perseguitato dalla paura, tenagliato da rabbia impotente, la voce della verità non può giungere fino a voi o vi giunge pallida ed estinta come la luce agli occhi di chi muore. Voi non potrete udire il grido incessante di maledizione che i cuori generosi dei due emisferi spandono sul vostro capo; voi non potrete sapere il lusso di esecrazione che il vostro nome solleva. Nell'universo non vi ha niente di più enorme, niente di più terribile dei nomi di Ferdinando di Napoli, Radetzky e Haynau, trinità di sangue e di abbiezione che ha fatto impallidire fin la memoria di Filippo II e del duca d'Alba, fin quella del Valentino e di Alì Tebelen.


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La rivoluzione di Napoli nel 1848
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
pagine 212

   





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