- Ma dove volete che vada? a farmi turco?
- Va a farti boia, perchè un galeotto lo sei di già. Derubarmi in questa guisa!
- Tartaruga, disse Bruto, dà un altro bicchiere d'acqua allo zio. Lascia lì i tuoi confiteor e porta la pace fra Edipo e Creonte, o Tartaruga.
Don Noè era sbalordito da tanto sangue freddo e dalla impudenza così grande di suo nipote. Non rispose più; ma i muscoli della sua faccia rispondevano per lui. Bruto allora prese una seggiola e, postosegli flemmaticamente rimpetto, disse:
- Ora ragioniamo un po'.
Don Noè lo guardò con due occhi fulminanti e restò muto; Bruto continuò:
- State ben attento, barba Noè, che non son io che parlo ora, ma monsignore, o, come dite voi altri, Sua Eminenza reverendissima monsignor Arcivescovo, cardinale di Napoli. Egli chiede a voi, umilissimo dinanzi a lui, più umile che davanti al Santissimo:
- Don Noè, avete altri nipoti che quel bel pezzo di giovane lì?
- No, Eminenza.
- Sapete, don Noè, ch'egli mi ha l'aria di un ragazzo pieno di buone intenzioni, di modestia e che promette pel futuro?
- Ringrazio mille volte Vostra Eminenza reverendissima che si sia degnata di farne l'osservazione.
- Don Noè, voi siete vecchio.
- Pur troppo, Monsignore.
- Non siete ricco.
- Povero come un cappuccino, Monsignore.
- Non potete continuare ancora per molto tempo quella vita da cane: levarvi alle cinque della mattina, servir le messe, cantar le litanie, pulire gli altari, suonare le campane, fare le piccole commissioni del parroco e della sua governante, correr qua e là e respirare per quattordici ore l'aria fredda ed appestata della vostra chiesa.
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