A Capodimonte, Luitz batteva un burro così squisito, che la regina Urraca, avendolo assaggiato, volle conoscere l'artista; e l'artista essendole piaciuto al pari del burro, ella l'aveva alzato al grado di barauderos, dandogli l'incarico di accudire i canarini.
Jacob Luitz aveva sposato in Sicilia, ove aveva seguito la corte al tempo di Murat, una piccola siciliana, svelta ed accorta, che era cozinera della reyna Carolina. E siccome alla reyna piaceva il circondarsi di belle ragazze, ella la prese poi per sua amidonadora de courpos, cioè donna di servizio che fa seccare la cipria sul capo della regina quando esce dal bagno. E quella accorta donna era riuscita a farsi nominare canadora y fanadora dei principi reali, cioè quella che scaccia le mosche e le zanzare dagli augusti visi dei principi reali, quando la morì dando alla luce Cecilia.
Al tempo di Ferdinando I, che parlava il dialetto dei lazzaroni, si conservavano ancora a parecchie cariche di corte i nomi spagnuoli adottati al tempo di suo padre, lo spagnuolo Carlo III.
Mastro Jacob Luitz non era, dunque, che un semplice custode di canarini, che non avevano punto d'uopo d'essere custoditi, essendo solidamente rinchiusi in una gabbia; ma noi ci permetteremo di continuare a dargli il titolo di conte che tanto lo lusingava.
C'era una cosa però difficile a spiegare. Jacob guadagnava alla corte circa duecento lire al mese e teneva casa e treno da gran signore. Aveva dunque un altro impiego quel buon tedesco. Ma quale? Indovinate.
Bruto fu introdotto da Lisa in una stanza, che pareva un nido d'amore.
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