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      Gli avvenimenti maturano da sč come le nespole.
      Mastro Ruitz non attese la risposta ed uscė.
     
     
     
      CAPITOLO IV.
     
      Due fortune che ne fanno una sola.
     
      Scorse una settimana.
      Cecila aveva traversato delle crisi abbastanza forti, ma da due giorni era sulla via della guarigione. Non s'era mai piegata nella sua alterezza verso Bruto, quantunque questi l'avesse curata con un'emozione piena di compassione. Ma egli aveva, d'altra parte, conquistato le simpatie del conte, che gli aveva procurato due clienti fra la gente di corte e a cui la regina pagava le ricette e le visite; gli aveva fatto intravedere un brillante avvenire e gli aveva perfino parlato un po' dei suoi affari.
      Si era degnato di mostrargli il busto schizzato della dama velata, - favore che non aveva accordato a nessuno, diceva egli. La dama velata, che voleva che il suo busto fosse finito il pių presto possibile, a quanto pare, moltiplicava le sue visite; veniva ora quasi quotidianamente.
      Un giorno essa fece chiedere a Bruto un rimedio contro l'emicrania. Bruto rispose ridendo:
      - Un marito. Boheraave ha detto: Fœmina quidquid est, propter uterum est.
      - Scrivete la ricetta, dottore, rispose il conte ridendo alla sua volta ed indicatemi il farmacista che la fornisce.
      Portō la risposta alla dama, che se ne compiacque come del frutto dell'albero della scienza.
      Una settimana dopo, Cecilia si era alzata. Allora il conte invitō Bruto a pranzo con sč e la figlia, un pranzo di convalescenza, servito nell'appartamento di Cecilia, il primo che il conte facesse con lei dopo la sua malattia.


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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