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      Don Gabriele, da quell'artista che era, la prese a volo e non ne fu scandolezzato nemmeno per ombra.
      - Ma se questa storia fosse del giorno di oggi? disse Bruto; se qualcuno si trovasse in una posizione simile, che cosa gli cosigliereste di fare?
      - Io non mi preoccupo dello scioglimento nelle mie commedie che quando desso è maturo, rispose gravemente don Gabriele.
      Una parola di schiarimento.
      Questa storia avviene in Napoli, al tempo dei Borboni.
      Essa sarebbe immorale dovunque. A Napoli, allora, era naturale. Un inglese, dinanzi alla proposta del conte Ruitz, avrebbe indietreggiato senza esitare; un tedesco avrebbe esitato e poi accettato; un francese avrebbe schiaffeggiato il conte, o accettato ipso facto; un napoletano non si rendeva conto della portata dell'azione, ma delle conseguenze. Il napoletano, in quel tempo, non aveva il senso morale per definire la natura delle azioni umane. Il 1859 ha principiato e il 1860 ha finito di modificare le idee nel mezzogiorno dell'Italia.
     
     
     
      CAPITOLO V.
     
      Finale inatteso di un'opera sconosciuta.
     
      Egli pensa alla francese!
      Ecco il commento, che accompagna assai sovente le opinioni del colonnello Colini. Tradotto in napoletano, ciò voleva dire: che il colonnello aveva delle idee strane, ridicole, impossibili, empie; tradotto nella lingua della coscienza universale, ciò significava: che egli aveva delle idee morali, piene di buon senso e senza pregiudizi.
      L'aria morale d'una grande città l'aveva cangiato. Uscito dal fango sociale del suo villaggio, ove la sua grandezza di carattere e di spirito sarebbe stata pericolosa, svegliando la gelosia, i sospetti, le denunzie alla polizia ed al Vescovo, che si equivalevano, confuso nel turbinìo della capitale, egli aveva acquistata un'indipendenza relativa e gettata via la maschera di rustico e di grognard, che aveva adottata, come Machiavelli, vivendo tra i boscaiuoli ed i bazzicatori della taverna del contado.


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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