Donizetti, che era vicino al principe di Joinville, nella loggia reale, raggiava di contentezza. Il principe applaudė. Quando la cantante finė il suo primo pezzo, la sala intera si scosse. Ondina fu chiamata fuori sette volte.
- Ebbene, il mio granatiere, non applaudisci, dunque, tu che dicevi or ora di amare la musica? Ciō non ti sembra bene forse? Ameresti tu solamente la musica delle casseruole?
Il colonnello non ascoltava queste nuove provocazioni del marchese. Era fuori di sč, sotto la potenza d'una emozione di cui non poteva rendersi conto, turbato, pallido, sentendo tutto il suo sangue affluirgli al cuore. Alla fine del primo atto, la sala intera applaudė freneticamente. Ondina fu chiamata fuori a non pių finirla. Non si sapeva che ammirar meglio in lei, se la modestia, la bellezza, o la sua voce portentosa.
Al secondo atto la marea crebbe ancora. I bravo degli spettatori permettevano appena di udire la voce d'Ondina. Il colonnello, sprofondato e raccolto nella sua seggiola, stava sempre zitto. Non aveva pių nč gesto nč parola. La vita gli si era concentrata negli occhi, nelle orecchie, nell'anima; rimuginava nelle sue memorie lontane, ricostruiva la sua vita, per ricordarsi dove avesse veduto quella giovane che tanto lo turbava. Non era pių l'attrice dei Fiorentini, ch'egli contemplava nella sua visione interiore; egli si ricordava pių in lā e scendeva nel suo cuore.
- Decisamente, artigliere mio, disse il marchese, di pių in pių indispettito dal silenzio del colonnello, se tu ami la musica, l'č quella pi pi pių dei pifferi che ti solletica.
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