Ondina aveva in quel punto finito di cantare il No, non è ver, mentirono. Il parossismo del pubblico era al colmo. L'emozione del colonnello si era cangiata in ispasimo. Il principe di Joinville abbandonava la loggia. Il colonnello si levò dalla sua sedia ed uscì.
Se fosse restato ancora, sarebbe forse svenuto. Camminò presto per paralizzare la sovrabbondanza dell'emozione collo sviluppo delle forze fisiche.
Al momento, in cui il colonnello aveva lasciato la sala, il marchese gli voltava le spalle conversando coi suoi amici. Ad un tratto s'accorse che il suo uomo era scomparso.
- Mille fulmini! gridò, quel cialtrone di sergente si sarebbe burlato di me, non onorando di risposta alcuna le mie arguzie, senza che io gli abbia snocciolato un sol buffetto sul naso? Vedremo se la sarà così.
E, dicendo queste parole, uscì per correre dietro al colonnello.
Il principe di Joinville, che scendeva dall'istessa scala, e carrozze ed i curiosi che si avvicinavano ritardarono l'inseguimento del marchese e gli fecero perder di vista l'uomo ch'ei cercava. Quando il seguito del principe fu disperso, il marchese, restato dinanzi alla porta del teatro, si dimandava da che parte fosse sfumato il suo eroe del cavallo Troiano. Interrogò la sentinella della porta.
- Caporale, avresti tu visto(16) da che parte se l'è svignata un invalido dalla gamba di legno e con un braccio nei suoi stivali?
- Ho veduto passare qualche cosa ad un dipresso simile. S'è diretto verso il largo del Castello.
Il marchese trotta. Sbocca sulla piazza, ove danno sette od otto strade.
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