Non è alla mia autorità che lo si strapperà allora, ma alla mia grazia.
Un nuovo dispaccio venne a gettar lo scompiglio nella Corte. L'ambasciatore di Napoli a Parigi annunziava, che la cantante Ondina ritornava a Napoli sul battello a vapore il Sully, portando all'ambasciatore di Francia dispacci, di cui e' non era giunto a sapere il contenuto, ma che aveva ragione di creder molto gravi.
Questa notizia cacciò la febbre addosso ai ministri degli esteri e della polizia. Il re ruggiva come una bestia feroce. Ma come presentare all'udienza un uomo malato ancora di febbre tifoidea? come trascinare sopra una barella questo moribondo, questo scheletro? Pure fra tre giorni arrivava il Sully.
Se si avesse avuto almeno dinanzi a sè una settimana! se si fosse potuto almeno avvelenare codesto avanzo di soldato, che creava tanti guai! Lo si poteva certo; ma l'ambasciatore francese avrebbe dimandato un'autopsia, ed allora!.... Il colonnello, d'altronde, conoscendo a fondo i suoi Borboni, non prendeva medicamenti, non riceveva il medico e si curava da solo, come voleva difendersi da solo. Nè prendeva altro rimedio che il ghiaccio.
Infine i tre giorni passarono. Erano sembrati tre secoli alla Corte, ai ministri, all'ambasciatore francese, che conosceva già il contenuto dei dispacci, e sopratutto ad Ondina, a cui era noto meglio che a tutti. Di fatti aveva appena messo il piede sul ponte del Sully a Marsiglia, che chiedeva già al capitano quando arriverebbero.
- Fra tre giorni, signorina.
- Tre giorni! ma la è un'eternità.
| |
Corte Napoli Parigi Ondina Napoli Sully Francia Sully Borboni Corte Ondina Sully Marsiglia
|