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      Un mormorio generale accolse la lettera del presidente. Il vicepresidente salì al seggio e fu chiamata un'altra causa.
      La notizia fu accolta favorevolmente all'ambasciata di Francia. Questo primo passo indietro indicava un ulteriore rinculare.
      Allora Ondina, dietro consiglio dell'ambasciatore, prese la penna e rispose alla regina che la era felice e riconoscente di obbedire agli ordini di Sua Maestà.
     
     
     
      CAPITOLO XIV.
     
      La regina si diverte.
     
      La sventura si era posata sullo stabilimento del conte Ruitz di Llamanda. Il nuovo pensionario che aveva impegnato, aveva fatto pessima riuscita. Questo Tedesco era un ubbriacone, puzzava di pipa a dieci leghe, era sempre sudicio ed, oltre tutto questo, aveva osato alzar la mano sulla principessa.
      Questo tratto era forse un distintivo del carattere nazionale, poichè dicevasi che un altro Tedesco, il barone di Schmurgar, usava degli stessi modi con una donna augusta.
      Era stato, quindi, mestieri allontanare Franz Hobermann dallo stabilimento, riconducendolo con garbo, fino a che non giungesse il momento di regalare al galuppo un colpo di coltello nella pancia. Poi era giunta la notizia dell'assassinio di Cecilia. Il conte se n'era assai mediocremente rammaricato, affliggendosi piuttosto degli scudi che Fuina gli aveva giuntati, insieme alla principessa di Kherson.
      Imperocchè nè l'uno nò l'altra non dubitavano punto che Faina fosse uno dei soci della compagnia, di cui il conte d'Altamura era il capo, e l'una e l'altro avevano dato del denaro a questo segugio di polizia - avendo interesse di trovare le traccie di Cecilia - il conte per riprenderla e così tirare a sè nuovamente Bruto, la principessa per farla sparire, forse, poichè ella comprendeva che Bruto l'amava.


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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