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      Ciò, forse, stuzzicò ancor più il desiderio reale.
      Ritornando dalla visita dei canarini, Sua Maestà suggellò convulsivamente la lettera, che fu inviata all'indomani.
      Il giorno indicato, a ott'ore della sera, una carrozza della Corte andò a cercare Ondina.
      Fu introdotta immediatamente nell'appartamento della regina, ove questa l'attendeva già, in mezzo alle sue figlie e a due o tre dame di compagnia. La regina Urraca - quantunque spagnola - andò incontro graziosamente alla cantante e la ringraziò di essere venuta. Ondina le dimandò la grazia di baciarle la mano. Le giovini principesse la circondavano.
      - Madamigella, disse la regina, abbiamo letto nei giornali e ci sono state raccontate delle cose così maravigliose della vostra voce che non abbiamo potuto resistere al desiderio di udirvi. Ho voluto procurare questo piacere anche alle mie figliuole.
      - Grazie a Vostra Maestà, rispose Ondina assai confusa; se potrò darle il piacere che lei attende da me, ne sarò molto felice.
      La regina se la fece sedere accanto con molta semplicità e le indirizzò qualche domanda sui parenti e sulla vita di lei. Ondina rispose con convenienza, vale a dire, velando molte cose. Si presero dei rinfreschi. Poi la regina condusse Ondina in un piccolo salotto addobbato di raso azzurro a strisce bianche, ov'eravi un magnifico pianoforte viennese.
      Volendo dare alla riunione un'aria d'intimità, Sua Maestà non aveva neppur fatto venire un accompagnatore. Una dama di compagnia, che suonava benissimo, assunse quest'ufficio e si pose al clavicembalo.


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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