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      Alla mezza, eran tutti partiti.
      Il dottore, che aveva guadagnato, sbadigliò spaventevolmente ed andò a coricarsi.
      Ad un'ora del mattino, non era più in casa alcuno che non dormisse.
      O' detto alcuno? No.
      Regina non era neppure andata a letto.
      La sua cameriera, Lisa, affastellava in un sacco da notte alcuni oggetti.
      Quando le due donzelle si furono assicurate che il sonno chiudeva tutte le palpebre - perchè Lisa andò prudentemente ad ascoltare alle porte - esse scesero sulla punta dei piedi al salone.
      Nick, il bel Terranuova, andò a leccare la mano di Regina e la guardò con occhi teneri e supplichevoli, quasi che avesse indovinato il disegno della fanciulla. Regina lo baciò. Nick si coricò, avendo compreso che gli era mestieri discrezione.
      Lisa aprì allora dolcemente la porta vetrata che immetteva nel giardino.
      Regina restò ad ascoltar per qualche secondo se alcun non le udisse. Poi, Lisa salì nella camera della padrona; recò giù un sacco da notte, un mantello da viaggio ed un cappello; spense il lume; ed entrambe uscirono, socchiudendo le imposte.
      Nick gemè sommessamente.
      La casa di campagna del dottore toccava il parco di Madrid, ove egli aveva diritto di passeggiare. Questo parco, scomparso oggidì, aveva ancora a quell'epoca una porta sporgente sul bosco di Boulogne, di cui il dottore possedeva una chiave per uso suo.
      Lisa aprì - ed alle due del mattino si trovarono nel bosco. Lisa richiudeva la porta, quando un giovane si avanzò verso di loro.
      - Regina! mormorò egli.
      - Sergio! rispose questa.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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