Questi, secondo l'uso, entrò recandogli una tazza di caffè nero e dell'acqua calda per la toilette.
Alle nove, il dottore uscì nel salone per la colazione. Non trovando sua nipote con cui aveva costume di asciolvere.
- E Regina? - domandò al cameriere.
- Lisa non è comparsa stamane - rispose Trust, più preoccupato, a quel che sembra, della soubrette che della padrona.
- Io ti parlo di Regina, messer l'animale - sclamò il dottore.
- Ah! sì, scusi, padrone, madamigella non è alzata ancora, e neppur Lisa.
- Sarebbe ella indisposta?
- Ah! Dio mio! il signor conte à l'istesso sospetto che me. Perocchè l'è codesto che io mi domandava or ora, non vedendola svolazzar per le aiuole, inaffiando i fiori.
- Odi, Trust, io sarò costretto a mandarti via, amico mio.
- Oh! dear me! E perchè il signore vorrebbe egli mandarmi(1) via così?
- Perchè tu ài completamente perduto lo spirito, dopo che quella sgualdrinella di Lisa è capitata qui.
- Ah! padrone, vi assicuro che io non ò nulla perduto in fatto di spirito.
- L'è forse vero... tu non ne avesti mai molto. Va ad informarti della salute della signorina.
Forte di quest'ordine, Trust se ne andò a picchiare all'uscio della camera di madamigella Lisa.
Io non so cosa avrebbe fatto questa virtuosa donzella se la si fosse trovata lì dentro. Ma, galoppando sullo stradale d'Inghilterra, ella non poteva certo rispondere. Laonde Trust, temendo pur sempre un malore - che Lisa, per esempio, non si fosse asfissiata per amore di lui - picchiò di nuovo, picchiò più energicamente, poi forzò la porta.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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