Dond'e' venivano?
Essi arrivavano: ecco tutto!
L'industria ch'esercitano gli zingari nella Bassa Italia è complessa. Essi sono ferrai, maniscalchi, giocolieri, calderai, incantatori, stregoni, indovini di buona ventura, trovatori di tesori, ladri di fanciulli, scassinatori di porte... cozzoni sopra tutto. Gli uomini comprano e vendono asini; le donne rubano animali domestici, dicono la buona sorte alle fanciulle - cui esse maritano sempre riccamente e subito - o fanno peggio ancora - senza neppure accorgersi che fanno male. Si conoscono le loro costumanze. È inutile ribiascicarne.
Essi danno del compare a chiunque. Ànno numerosi segreti di cozzoneria.
Il più vecchio, il più magro, il più consunto dei ciuchi - un censore teatrale della specie - diviene nelle loro mani brioso come una vedova che si rimarita, uno scolaro in vacanza.
Quando voi credete che lo zingaro apra la bocca di questa povera bestia per mostrarvene i denti - cui ha testè segati per dissimularne l'età - egli le cola destramente nella gola una pillola infernale di peperone che le brucia le viscere, la incita alle follìe e le dà gli ardori verdi ed irresistibili di un cappuccino. Quando voi credete ch'e' ne carezza le groppe; egli le punge a dentro, mediante un cardo a punte acute nascosto nelle palme. Voi credete che la bestia è grassa come un abate benedettino; essa è nè più, nè meno che gonfia. Laonde, il contadino diffida a modo delle compre e delle vendite dei gitani.
Il dottore, fermo un istante dall'ingombro nella via di quella comitiva bizzarramente stracciona, vide venire a lui una creatura di dieci o dodici anni ch'egli suppose del sesso femminile, e chiedergli un piccolo dono.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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Bassa Italia
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