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      E' non vedeva punto, dalla cima di quell'appennino, solcato da filicciuoli di neve come una tavola di vecchio rovere niellata in argento, nč il Mar Jonio dai flotti verdastri; nč il Tirreno arrovellato dai suoi cavalloni turchini; nč l'Etna che ondeggia in distanza in un'aureola di vapori violetti; nč quel cielo allo spazio infinito, che con la sua profonda limpidezza sembra raddoppiare la potenza della vista. No: e' non vedeva nulla di tutto codesto, nč altra cosa. Un'idea aveva traversato la mente del dottore di Nubo come un lampo nel fitto della notte.
      - E s'io m'impossessassi di questa potenza? - brontolō egli alla fine.
      E dette ordine alla guida di tornare immantinente a Nicastro.
      I psicologi ān tanto scritto sull'origine, la nascita, la cristallizzazione del pensiero, che non se ne sa assolutamente pių nulla. Laonde, io m'astengo netto dall'intraprendere un'investigazione metafisica su questo subietto - ne fosse pur questo il momento.
      L'intuizione subėta dall'avvenire poteva ben essere nello spirito del dottore la conclusione di un seguito di ragionamenti anteriori, la soluzione di numerosi dubbii, di molte paure, di lunghe ricerche, di una meditazione attiva e persistente sul suo proprio passato. Il suo grido finale poteva ben essere l'ultima parola di un problema, di cui studiava le premesse da lungo tempo, l'ergo di un sillogismo che era costato, Dio sa quante veglie e quante preoccupazioni. Perō chi lo sa? Il conte di Nubo non era comunicativo sulle sue evoluzioni psicologiche.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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