Pagina (19/440)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Scusatemi, signore - riprese il dottore alzandosi - io non aveva intenzione di offendervi. Se vi ò dimandato il racconto delle vostre avventure non è mica unicamente per un sentimento di curiosità. Un'idea più generosa ispiravami.
      - Alle corte, compare - sclamò bruscamente lo zio Tob. - tu ài un servigio a chiedermi. Un uomo come te non scomoda un uomo come me pel semplice piacere di fare una chiacchierata come un vecchio paio di amici. Andiamo dunque al busillis. Che mi vuoi tu?
      - Dappoichè voi mettete la quistione in questi termini - replicò gaiamente il dottore - io l'accetto. Andiamo al fatto.
      - Andiamovici - ripostò il babbo Tob.
      - Io ò rimarcato, nella vostra banda di gente e di bestie, una creaturina di dieci o dodici anni cui suppongo una fanciulla.
      - Ah! ah! - fece Tob grattandosi il naso - Sì, infatti, è una fanciulla. E poi?
      - È vostra figlia?
      - Che ne so io? Del resto, appo di noi, il figlio appartiene alla comunità. E' non rileva che dal suo capo; non conosce che sua madre; ed è classificato dalla nazione ove nacque. Chi nasce in Ungheria è ungherese; chi nasce in Italia, italiano.
      - Che diritto avete voi sulla vostra compagnia?
      - Dimanda piuttosto, compare, qual diritto io non mi abbia.
      - In questo caso, voi potete vendere quella fanciullina.
      - Se volessi, il potrei senza fallo.
      - Che prezzo, volendolo come il potreste, ne dimandereste allora?
      - Io non ò detto che il volessi. Ma come tu ami a cianciare, cianciamo pur di codesto come di tutt'altro.
      - Allora?
      - Orbè, l'è secondo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





Tob Tob Tob Ungheria Italia