- Scusatemi, signore - riprese il dottore alzandosi - io non aveva intenzione di offendervi. Se vi ò dimandato il racconto delle vostre avventure non è mica unicamente per un sentimento di curiosità. Un'idea più generosa ispiravami.
- Alle corte, compare - sclamò bruscamente lo zio Tob. - tu ài un servigio a chiedermi. Un uomo come te non scomoda un uomo come me pel semplice piacere di fare una chiacchierata come un vecchio paio di amici. Andiamo dunque al busillis. Che mi vuoi tu?
- Dappoichè voi mettete la quistione in questi termini - replicò gaiamente il dottore - io l'accetto. Andiamo al fatto.
- Andiamovici - ripostò il babbo Tob.
- Io ò rimarcato, nella vostra banda di gente e di bestie, una creaturina di dieci o dodici anni cui suppongo una fanciulla.
- Ah! ah! - fece Tob grattandosi il naso - Sì, infatti, è una fanciulla. E poi?
- È vostra figlia?
- Che ne so io? Del resto, appo di noi, il figlio appartiene alla comunità. E' non rileva che dal suo capo; non conosce che sua madre; ed è classificato dalla nazione ove nacque. Chi nasce in Ungheria è ungherese; chi nasce in Italia, italiano.
- Che diritto avete voi sulla vostra compagnia?
- Dimanda piuttosto, compare, qual diritto io non mi abbia.
- In questo caso, voi potete vendere quella fanciullina.
- Se volessi, il potrei senza fallo.
- Che prezzo, volendolo come il potreste, ne dimandereste allora?
- Io non ò detto che il volessi. Ma come tu ami a cianciare, cianciamo pur di codesto come di tutt'altro.
- Allora?
- Orbè, l'è secondo.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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Tob Tob Tob Ungheria Italia
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