Chiese che le si apprendesse la grammatica, le matematiche, la geografia, la botanica, la storia naturale, i tratti principali della storia moderna di Europa, le lingue... e poi molta musica, disegno e ginnastica. Sopratutto la ginnastica.
Pagò in avanzo due anni di pensione e partì.
Passarono quattro anni prima che il dottore pensasse di andare a veder sua nipote, e perfino a scriverle. Ne riceveva qualche nuova dal banchiere di Berna, il quale pagava le spese di pensione.
Regina aveva adesso quindici anni.
Nel 1837, il dottore si decise infine a rivisitare la Svizzera.
E' si aspettava, senza dubbio, a trovare un cangiamento radicale nella gitanella che vi aveva lasciata. La natura e l'educazione avevan dovuto menare a buon termine l'opera, e realizzare o disingannare molte speranze e promesse. Ma tutto ciò cui il dottore aveva fantasticato lungo il viaggio, soprapponendo, per una specie di ricostruzione psicologica, immagine sur immagine, ritratto su ritratto, era rimasto indietro dalla realtà cui Regina doveva offrire ai suoi sguardi stupefatti.
La natura e l'educazione avevano principescamente finito lo schizzo, cui il dottore aveva intravisto a Nicastro. Regina era veramente divenuta, per bellezza, quella macchina infernale cui il dottore aveva presentito.
Il colorito stesso della giovinetta erasi rischiarato. Aveva acquistato quella pallidezza opaca ch'ànno le Italiane quando son pallide, non gialle - quella pallidezza perlata, cangiante sotto le pulsazioni, più o meno vive, del cuore, ed alla marea più o meno calda del sangue: un caleidoscopio di passioni!
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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Europa Berna Svizzera Regina Nicastro Italiane
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