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      Gli mancava quella calma dell'anima che addimandasi confidenza - senza la quale non vi è amicizia, senza la quale non vi è amore, nè famiglia possibili.
      Egli spezzava la corrente magnetica che affluiva verso di lui. La sua potente intelligenza abbracciava e vedeva tutto; ma era il polo negativo contro il quale le fascinazioni della vita andavano ad infrangersi. Egli analizzava le tenerezze; indovinava le affezioni, come roba da chimica; e l'incantesimo si dissipava.
      Sentendosi per il suo forte organismo della specie dei divoranti - come il leone, l'aquila, il boa - e' non ebbe più mercè per i deboli. L'istinto è la fatalità degli esseri organizzati; e' gli lasciò libero corso. Le vittime non lo commovevano più. Lo stesso delitto punto non l'arrestava. Ma la distruzione sgustollo alla fine, e lo usò.
      E' provò allora, nella sua coscienza crepuscolare, una specie d'inquietudine che si avrebbe potuto dire un dubbio. Fece sosta un istante, misurando di uno sguardo l'orizzonte intorno intorno, onde orientarsi ed assicurarsi della via. Poi si rimise in cammino.
      - A che pro' derogare? - pensava egli - La linea retta non è la linea della natura. La linea retta è la più lunga, è la più monotona. La natura ama la curva. Se l'uomo segue dunque la linea della natura - e quella della bomba - di chi la colpa? Se tale è il suo spirito, perchè pervertirlo? se Dio è che gl'infligge questa direzione, perchè contrariarlo? perchè cangiarlo? L'uomo rettilineo fu in ogni tempo l'uomo sciocco - anche quando se ne fece un Dio!


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





Dio Dio