Quando non sarò più forte abbastanza per tenermi in piedi e fuori la portata della folla, io cadrò. Ed altri, che procedono di già sulle mie piste, passeranno sul mio corpo. La miseria, l'umiliazione, forse il castigo, si rovesceranno su me. Io ò bisogno di lusso. O' abitudini di benessere che esigono una spesa enorme, e quindi dei guadagni eccessivi. Il delitto, l'imbecillità, le passioni, e gl'interessi degli altri àn provveduto fin qui alla mia esistenza. Li ò trafficati e taglieggiati, tenendomi in guardia ed imponendomi quando invitato non ero. Poichè dessi vivevano nel male e del male, che io mi fossi angelo o demone, avevano a subirmi...
Il conte si fermò un istante sul passato. Poi la sua meditazione si slanciò sulle onde dell'avvenire.
- Fra poco - pensava egli - io non potrò più nulla di tutto ciò, e chi sa? Per una monelleria della provvidenza - come essi la chiamano - lo schifo, sì abilmente condotto per trent'anni, potrebbe naufragare alla fine su quella spiaggia inetta e goffa che si addimanda la polizia correzionale o le Assisi... Fermiamoci a tempo. D'altronde, proviamo un po' dell'altra linea - di quella che addimandasi retta, perchè tutta la plebe la segue più o meno, e perchè il Codice l'à autorizzata, la religione l'à consacrata. Perchè no? Con l'abilità di un jockey abituato alla corsa sur un cammino accidentato, la corsa sur una via piana potrebbe essere, egualmente profittevole. Ma, ad ogni modo, è mestieri munirsi di un parafulmine e di un paracadute, per qualunque cosa possa arrivare.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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Assisi Codice
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