Quella piccola zingara, la di cui bellezza si annunzia con tante promesse, potrebbe contenere la mia salvezza. Le darò un'educazione brillante e spigliata; le aprirò tutte le porte del gran mondo di Parigi; sarò un mistero per coloro che vorranno scandagliare le mie dovizie... Sia dunque per le speranze che si allogheranno sulla mia successione - speranze cui raddoppierò in raddoppiando di lusso; sia per l'abbagliante bellezza della fanciulla, ella si mariterà riccamente... o soccomberà come una regina. Allora finchè lo potrò, seguirò la mia via. Quando poi sarò stanco, quando il pericolo sarà sicuro, io avrò il mio piccolo nido assicurato nei di lei penati - il mio Hôtel des Invalides - prima del suicidio. Perocchè, se ella guazza fra i milioni, potrei io morire all'ospedale, o avvelenarmi?... I creditori, avendo a traversare i cortili di un palazzo circondato da giardini e popolati di servi, divengono trattabili. Le diffidenze si spunteranno, quando mi si saprà coverto della corazza d'oro di mia nipote.
Questo progetto, materiale, volgare, sviluppato e seguìto in tutt'i suoi dettagli, spinto fino alle conseguenze le più remote dell'abiezione, dell'egoismo, della bassezza, del delitto, fermentò nello spirito del dottore.
E' lo mise poi in atto, circondandolo di tutte le precauzioni e di tutte le attrattive che dovevano farlo riescire.
Regina rispose a tutto, meravigliosamente. La macchina del conte di Nubo funzionò superbamente. Ella attirò tutti gli sguardi; svegliò tutte le avidità le più sfrenate.
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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
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Parigi Hôtel Invalides Nubo
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