Che nome date voi a codestui?
- Voi lo conoscete: Sergio di Linsac.
- Se lo conosco! Egli era uffiziale nello squadrone volante che caracollava intorno a mia nipote. Eppoi?
- E' m'à piantata lì... e si ammoglia!
- La fine prosaica di tutte le cattive commedie.
- Ritornando di casa vostra, ieri sera, trovai una lettera di lui, con la quale mi dà congedo, e mi annunzia che partiva per andare a sposare.
- In provincia?
- O all'inferno, che so io? E' mi lascia ed ammogliasi: ecco tutto. Ed io, l'amo.
Il dottore non rispose. Era divenuto pensoso.
- A che pensate voi dunque? - dimandò Augusta.
- A nulla. Avreste voi qualche sospetto della donna con cui il vostro poeta maritasi? perocchè non suppongo che la conosciate.
- In guisa alcuna. E voi?
- Io credo... Vi sono delle coincidenze strane... Sovvienemi adesso di parecchie cose a cui io non poneva mente. Pertanto... fo dei confronti...
- Insomma, la conoscete voi, sì o no!
- O' dei sospetti.
- Come ella chiamasi?
- Innanzi tutto, che pensate voi fare?
- Uno scandalo, un dramma, un'opera... un tafferuglio di tutt'i diavoli... e vendicarmi.
- Di chi?
- Di entrambi.
- Ciò è male.
- Male! che cosa?
- Lo scandalo.
- Ma io non posso far senza di lui. Non òvvi io detto che l'amavo, che n'ero pazza?
- Ragione di più per agire con prudenza. Volete voi riescire?
- Ad ogni costo.
- Mettete voi nel gioco perfino Alberto Dehal?
- E la Svezia.
- Perfino il principe di Lavandall?
- Dottore...
- Inteso.
- Il principe è la mia ultima posta!
- Sapete voi chi è la fanciulla, cui il vostro Sergio di Linsac à rapita la notte scorsa?
| |
I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano 1876
pagine 440 |
|
|
Sergio Linsac Augusta Alberto Dehal Svezia Lavandall Sergio Linsac
|